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Declinazioni sul Falso: falsi veri e falsi leciti
Il primo assioma assoluto applicabile alla storia dell’arte è che dove esiste un originale, esiste anche il suo corrispettivo falso. I processi di falsificazione hanno visto coinvolti qualsiasi tipologia di bene. Qualsiasi sia il settore che coinvolge l’illecito, il motore propulsore che spinge verso tale operazione è sempre uno: il profitto economico.

Originali e Copie: l'inganno della duplicità
Una delle principali questioni, che desta talvolta non pochi errori in campo artistico, è dato dal fenomeno delle copie. L’informazione approssimativa che dilaga attraverso il web, ha generato ulteriore confusione per tutti coloro, che pur non essendo specialisti del settore, hanno necessità, per diversi motivi, di comprendere meglio le dinamiche del riconoscimento artistico. L’imitazione e la contraffazione esistono da quando l’uomo ha iniziato a produrre le sue prime opere d’arte.

Il fascino del doppio: la Belle Ferronière
Da tale quesito negli anni ‘20 del Novecento nacque una delle controversie legali più affascinanti della storia dell’arte che ha visto come protagonista uno dei capolavori del maestro toscano “La Belle Ferronière” (Olio su tavola di noce, 63 x 45 cm., 1495-1497, Museo del Louvre, Parigi, Inv. 778), in contrapposizione con il suo doppio (Seguace di Leonardo da Vinci, probabile prima del 1750, Olio su tela, 55 x 43,5 cm. , Sotheby’s New York 28 Gennaio 2010, Collezione Privata).

La Madonna del gatto: un modello leonardesco
Il grande genio Leonardo da Vinci (Anchiano, 15 Aprile 1452–Amboise, 2 Maggio 1519) si è spesso cimentato nei suoi studi e disegni in motivi nuovi che non necessariamente hanno poi trovato una realizzazione pittorica, fermandosi in quella fase grafico-esplorativa tipica del suo atteggiamento curioso verso il mondo, fatto di conoscenza creativa manifestata a più livelli. Intorno al 1478-1480 appare per la prima volta nei suoi disegni il motivo di una “Madonna del gatto”.

L'Ultimo Vermeer: la ''Santa Prassede''
Sistemando la mia straripante libreria e le casse piene di volumi e riviste d'Arte, mi sono così imbattuta in un vecchio numero del "Giornale dell'Arte", in cui, risfogliandolo a distanza di qualche anno, ha catturato la mia attenzione un articolo dell'Agosto 2014, sulla preannunciata vendita da Christie's di una "Santa Prassede"